Rinoplastica Secondaria
..quando si deve" riprendere" un naso...Quando si parla di RINOPLASTICA SECONDARIA ci si riferisce alla richiesta od alla indicazione di operare un naso dopo che noi, o qualche collega, lo ha già fatto precedentemente. Questa evenienza può verificarsi o per errori di valutazione del chirurgo (accettabili purchè siano piccoli !), ma più spesso per anomalie nel processo di guarigione (Legggi : cicatrizzazione). Come vedremo in un capitolo successivo, in quest'ottica, riveste molta importanza la tipologia di pelle che riveste il naso del paziente.
Qualsiasi collega esperto in rinoplastica, purchè in ena di sincerità, vi potrà riferire che una percentuale variabile dei suoi interventi calcolata tra il 5 % e 8%( sebbene in letteratura il dato superiore può arrivare al 25 % !!) necessita di correzioni .
Succede anche a me, purtroppo....
Tuttavia non mi è mai successo di dover riportare un paziente in sala operatoria: ho sempre corretto le imperfezioni in ambulatorio, confortando me ed i miei pazienti che le revisioni fossero modeste.
Qualora succedesse, come capita, di imbattersi in nasi operati utilizzando tecniche superate, la questione si fa più complessa, poichè si tratta di ricostruire un naso le cui componenti strutturali sono state assai depauperate. Per far ciò si ricorre ad innesti cartilaginei autologhi (cioè prelevati dallo stesso paziente), ricavati da regioni extranasali come la conca auricolare o la regione del torace (5°-7° costa).
Statisticamente i difetti residui riguardano:
- dorso ( irregolarità, deviazioni, insellamenti)
- punta (asimmetrie, pinzature, difetti di proiezione e/o rotazione)
- supratip (bulging cicatriziale o per residui strutturali)
Per fortuna ,grazie grazie ai numerosi espedienti di tecnica, i risultati sono davvero eccellenti.